30/08/08

Manslaughter - Terminator


Parlare di band seminale, in questo caso, è riduttivo.
Il leggendario combo di Leeds, a cui va reso il merito di aver portato il Thrash della Bay-Area in Europa e di averne in seguito ridefinito lo stile, non ha mai nascosto la propria passione verso quello che ben vent'anni dopo aver girato il suo film più famoso, sarebbe diventato governatore dello stato della California. Proprio quella California che ha dato i natali al Thrash.
All'epoca, nel 1986, poco più che maggiorenni, i cinque Inglesi diedero alle stampe questo "Terminator", che suonò come una boccata di aria fresca in un periodo in cui la stasi musicale stava prendendo sempre più il sopravvento: i suoni, così tradizionali, ma allo stesso tempo così innovativi; i riff, di chiaro stampo americano, ma allo stesso tempo indubbiamente Europei.
Primo di una magnifica trilogia, "Terminator" traccia le coordinate stilistiche su cui si sarebbero mosse le future release della band, tra cui "Hunter/Killer"del 1988 ed il successivo "Judgement Day" del 1992, uscito all'indomani della release del secondo capitolo della saga di James Cameron, e che ha aperto ai Manslaughter le porte dell'Olimpo del metal, impegnandoli in un lunghissimo tour da headliner che li ha portati in giro per il mondo (sono stati il primo gruppo ad aver avuto l'autorizzazione ad esibirsi nella Città Proibita), fino ad arrivare alla data conclusiva a Salt Lake City, al Thrashest Of The Thrashers Festival, che contò la partecipazione di più di 100 mila persone provenienti da tutta l'America, e non solo.
Registrato in una settimana, "Terminator" rappresenta una perla di ineguagliabile valore, vuoi per l'attitudine del quintetto, vuoi per una produzione grezza ma raffinata, per composizioni quali "Gunpowder And Cocaine", "Police Station Massacre", "The Last Hope (John Connor's Will)", che sono ormai diventati dei veri e propri Metal-Anthems.
Insomma, è impossibile pescare una traccia che non sia all'altezza dell'album e dell'altisonante fama che i Manslaughter, granello su granello, si sono costruiti in più di venti anni di carriera: l'opener "2029" è il classico inno da pogo furioso, "T-800 - The Terminator" è un mid-tempo spaccaossa che richiama alla mente quanto di buono fatto dagli Anthrax, "Kyle & Sarah" è una ballad acustica che lascia spazio ad intricati riff elettrici.
Se volete sapere chi ha influenzato grandi band come Decessor, Swine Divinity o Phomentation, qui avete la risposta.

Servono altri motivi per convincervi che è un obbligo morale avere quest'album nella propria collezione?

John Lemon

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