02/11/08

Live Report: European Massacration Tour 2008 - Metal Club (Gorgonzola, MI) 09/10/2008

È ironico pensare, col senno di poi, che un piccolo locale come il Metal Club di Gorgonzola, piccolo paese della provincia di Milano, abbia avuto l'onore di ospitare un tour terremotante come questo European Massacration 2008, in cui si sono alternate sul palco 4 delle più grandi band degli ultimi 30 anni. Siamo arrivati con i cancelli ancora chiusi, ed abbiamo da subito notato quanto il pubblico presente fosse eterogeneo: si andava dai vecchi thrasher, che avranno seguito queste band dagli albori, ai giovani e imberbi ragazzini, attirati magari più dal nome altisonante dei combo in questione più che da un reale interesse per il concerto; fatto sta che si è assistito ad uno show irripetibile, che resterà impresso nella mente dei presenti per tutta la loro vita, e di cui è stata anche registrata una testimonianza live che vedrà la luce sotto forma di DVD la prossima primavera: si vociferà che il materiale video sarà montato dalla prestigiosa WikiWiki di Cherokee Village nell'Arkansas.


Reflection Of A Mirror

Il concerto si apre con l'esibizione di questi quattro psicopatici, fautori di un thrash metal dalla tecnica mostruosa: pezzi intricati, tempi dispari e linee vocali schizzatissime hanno contribuito a scaldare non poco l'atmosfera, con un pubblico ancora un po' freddino ma già numeroso sotto al palco, che ha accennato qualche idea di pogo, ma è comprensibile che le energie siano state risparmiate per i due main act della serata.


Digrignator

Dopo l'esibizione dei ROAM, il pubblico inizia ad accalcarsi sotto al palco per assistere all'esibizione di una vera leggenda: I Digrignator si prestano a suonare per la prima volta nella loro carriera sul suolo italiano. È quindi comprensibile che la tensione si tagli con il coltello, soprattutto pensando a quanto di buono è stato registrato dalla seminale band nella propria storia.
Ed è proprio con "Watch The Innocent Die" che Alex "Ravenous Beast" Digrignator si presenta sul palco: la band sembra essere in gran forma, e non sembra assolutamente risparmiarsi. Gli anni non sembrano passare per Alex, la solita bestia da palcoscenico che non ha perso nulla del carisma che dimostrava nel "Live In Atlantis" del lontano 1986: headbanging furioso, corse da una parte all'altra del palco, seguito dalla band per intero che ha letteralemente incendiato il locale con un'esibizione al fulmicotone, e con dei fuochi d'artificio piazzati male che hanno costretto ad una sosta forzata di 15 minuti dopo che i pantaloni del bassista Tommy Dorelli hanno preso fuoco


Strafogor
Se con i Digrignator siamo entrati nel mito, con gli Strafogor entriamo proprio nella leggenda. Il combo si presenta sul palco accompagnato dallo storico bassista Walker Texas, figliol prodigo al quale la band deve molto, in quanto per anni ha scritto almeno l'80% dei brani del gruppo, quasi lo Steve Harris del thrash metal. Tra i padri fondatori del thrash-black, i nostri hanno da qualche anno abbandonato il face painting, ma l'aggressività è rimasta immutata, ed il primo dei due co-headliner di questo tour ha letteralmente fatto una strage sul palco, e sotto, dove un pogo feroce ed instancabile ha continuato a mietere vittime per l'intera durata del concerto, fortunatamente conclusosi senza feriti gravi, ma solo con qualche contusione guaribile in pochi giorni.
Le vecchie glorie della band vengono sciorinate tutte senza sosta: "Sphincter Of God", "Slayer Of The Heavens", "A Demon Behind, And A Demoness Before", "Extreme Blasphemies", "Chakals Of A Forgotten Time" e tante altre, a costruire uno show improntato sul passato, con la furia giovanile ormai trasformatasi in un odio misantropo molto più ragionato.
A chiudere due chicche: un omaggio che gli Strafogor hanno voluto fare ai fans, cioè l'anteprima di un brano che andrà a far parte del prossimo album, di imminente uscita, e, in chiusura, la cover di "Fucking With The Beast", proprio degli Scrotophagus, che di lì a poco sarebbero saliti sul palco, con un Johhny Talia che faceva capolino dal backstage e sorrideva sornione ai suoi amici sul palco.


Scrotophagus

La notizia della reunion è ormai relativamente recente, ma è stato il sogno di ogni metallaro che si rispetti degli ultimi 19 anni, tanti ne sono passati dall'uscita dell'EP "Fucking With The Beast", datato, appunto 1989, ancora oggi citato come fonte di ispirazione dai maggiori musicisti della scena estrema mondiale.
I deathster si fanno attendere, come è giusto che sia, ma nel momento esatto in cui le tende del backstage si aprono, ecco iniziare il pogo, quando ancora non è nemmeno iniziata la musica, testimonianza della stima di cui godono ancora i Texani in terra italica, e nel mondo intero.
Lo storico batterista Armandino pesta come un forsennato, ed offre all'intera band un tappeto sonoro di una potenza invidiabile; i grugniti di Johnny sembrano provenire direttamente dall'inferno, mentre il resto della band offre una prestazione di tutto rispetto, e che non tradisce affatto la reputazione di macchina da guerra di cui i nostri godevano in passato. A chiudere il concerto una stupenda versione di "Death Sentence", di cui nessuno dei presenti si dimenticherà facilmente.

Tirando le somme, un concerto leggendario e, probabilmente, irripetibile, a cui abbiamo avuto la fortuna di assistere, ed un grande rimorso per chi non ha potuto, o voluto esserci.

2 commenti:

El Phom ha detto...

RRRRRRRooooooooaaaaaaarrrrrrr!!!Ragazzi non c'è storia,la vecchia scuola Death Metal ha imposta nuovamente la sua supremazia,invincibile e furiosa.Da fan di vecchia data degli Strafogor,ho trasalito quando sono saliti sul palco...ma il vecchio devasto è stato quando abbiamo fatto quel circle-pit "anomalo":chi c'era se lo ricorderà benissimo no?!?Scrotophagus a vita!!!!

CorraD ha detto...

bellaaaaaaaaaaaaaaa.............dopo questo speriamo gli organizzatori riescano a portare anche i fomentor, magari con i black and decker.....bellaaaaaaaaaa, e complimenti a walker texas..........